GIUNTA DELL’UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE
Delibera dell’11 giugno 2018
La Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane
PREMESSO
– che la notizia dello sgombero della sede del Tribunale e della Procura della Repubblica di Bari
determinato dal “rischio di crollo” degli edifici giudiziari di via Nazariantz, la cui inadeguatezza e
fatiscenza era stata già da molti anni denunciata, documentata e notificata ai competenti uffici
ministeriali, è apparsa sin da subito emblematica della condizione nella quale versa la Giustizia
del Paese e della irresponsabile incuria dei Governi che non hanno mai inteso operare seri
investimenti in un settore considerato solo strumentale allo sviluppo ed alla diffusione di politiche
demagogiche e populiste lontane dalle reali esigenze della collettività e degli operatori;
– che le proposte dal Ministro Bonafede di collocare gli uffici giudiziari oggetto dello sgombero, al
di fuori di una più lungimirante e complessiva soluzione del problema, all’interno di spazi che
appaiono da subito con tutta evidenza inadeguati sia sotto il profilo dimensionale (sede INAIL di
via Brigata Regina) che logistico (ex sede distaccata uffici giudiziari di Modugno per le udienze
dibattimentali e di Bitonto per le udienze Gip e Gup), sono evidentemente produttivi di una
insopportabile moltiplicazione delle (attuali sei) sedi giudiziarie baresi e di una conseguente
“polverizzazione” e delocalizzazione delle relative attività (soluzione efficacemente definita
“spezzatino”), e risultano certamente incompatibili con il rispetto dei minimi standard di
efficienza e, soprattutto, della dignità della funzione difensiva;
– che sin dall’inizio sia l’avvocatura che la magistratura e le rispettive rappresentanze locali e
nazionali hanno evidenziato la necessità di poter individuare soluzioni diverse sulla base della
situazione di emergenza con la nomina di un commissario in grado di poter acquisire l’uso di
immobili di dimensioni pari a quello di via Nazariantz, peraltro disponibili nella città,
disponendone la provvisoria modifica della destinazione urbanistica, opponendosi invece
nettamente alle soluzioni fatte proprie dal Ministro che appaiono appiattite sulle posizioni della
“burocrazia ministeriale”, come evidenziato nel recente comunicato della Camera Penale di Bari
riportato con risalto sulla stampa;
– che occorre pertanto opporsi fermamente ad ogni iniziativa volta a operare una assurda ed
ingiustificata parificazione fra la attuale situazione di crisi, determinatasi a seguito dei gravissimi
ritardi e delle inadempienze del Ministero della Giustizia, e le situazioni venutesi a creare a seguito
di eventi sismici devastanti, ponendo in essere rimedi quali la sospensione dei termini e della
prescrizione che non possono trovare giustificazione alcuna nel caso di evidenti responsabilità
politiche delle amministrazioni;
– che tali presunti “rimedi”, assieme a quello della sollecita rimozione delle tende apprestate dalla
Protezione Civile per consentire le attività di gestione dei rinvii dei processi, appaiono volti solo a
fini mediatici di tutela dell’ “immagine” e fanno sorgere nell’avvocatura locale e nazionale la
convinzione che tali operazioni servano soltanto a fingere la fine dell’emergenza ed a spegnere
conseguentemente i riflettori su di una crisi di gravità inusitata, incompatibile con un paese che
vuol dirsi civile e che vorrebbe vedere avviati effettivi e positivi “cambiamenti” nella
programmazione e nella gestione degli uffici giudiziari e nella modernizzazione delle politiche di
settore;
– che tale operazione “normalizzatrice” significa inevitabilmente il rinvio di ogni soluzione reale
dei problemi giudiziari del territorio, e la stagnazione della vita civile, professionale ed economica
gravitante intorno alla corretta quotidiana gestione della attività giudiziaria, con una definitiva
emarginazione della crisi nei consueti spazi di obsolescenza alla quale sono destinate le
“emergenze”, specialmente in alcune zone geografiche del nostro Paese;
– che simili iniziative, volte solo a dare apparenza di efficienza interventista, si risolverebbero
pertanto in un ulteriore danno per la collettività barese, venendo ad incidere in maniera irrazionale
ed irragionevole, da un lato sulla durata dei processi, dall’altro sulla economia del territorio,
risolvendosi la stasi delle attività giudiziarie in una vera e propria denegata giustizia per via della
mancata risposta alle domande di giustizia di imputati, persone offese e parti civili, ed in un
ulteriore danno gravissimo per la vita professionale dell’avvocatura barese e soprattutto di quella
parte di classe forense più giovane e più debole;
– che la gravità della situazione venutasi a determinare negli uffici giudiziari di Bari a seguito della
ordinanza di sgombero dei locali del Tribunale e della Procura di via Nazariantz impone una ferma
presa di posizione dell’avvocatura penale italiana a tutela della giurisdizione e della intera
collettività coinvolta oltre che della dignità della funzione difensiva;
– che tale drammatica situazione risulta infatti paradigmatica di un atteggiamento di totale
disinteresse per la effettiva qualità della giurisdizione, che si è risolto, nel tempo, nella mancanza
di programmazione nel campo dell’ammodernamento e dello sviluppo dell’edilizia giudiziaria, che
rappresenta in ogni paese lo specchio della cura e del rispetto che i governi assegnano alla
funzione giurisdizionale ed in particolare al ruolo fondamentale ed insostituibile che in essa svolge
l’avvocatura penale;
– che tale mancato rispetto è risultato con evidenza laddove il Ministro Bonafede si è vantato di
avere, all’emergere della crisi, fatto un’unica (pur doverosa) telefonata al rappresentante della
magistratura associata, omettendo invece ogni contatto (anch’esso altrettanto doveroso) con la
rappresentanza dell’Avvocatura penale, la quale pure ha chiesto formalmente con una lettera
pubblica, rimasta senza risposta, un incontro urgente con il Ministro della Giustizia al fine di poter
rappresentare la posizione dei penalisti italiani, le esigenze dell’avvocatura e le proposte di
soluzione della crisi;
– che il disinteresse per una nuova politica rispettosa dei ruoli e delle effettive esigenze del mondo
della Giustizia appare purtroppo confermato dal fatto che l’attuale Governo ha ritenuto nel suo
“contratto” di poter e di dover investire le risorse pubbliche – nell’ambito di una visione
esclusivamente securitaria ed autoritaria della pena, in aperto conflitto con i parametri
costituzionali – solo nella edificazione di nuove carceri, con ciò affermando una distorta
interpretazione del principio di “certezza della pena”, e del tutto trascurando di perseguire e di
implementare nel nostro sistema giudiziario la “certezza del processo e della giustizia” come
valori preminenti di un moderno Stato di diritto costituzionale;
RITENUTO
– che devono ritenersi qui richiamati i contenuti della Delibera del Consiglio dell’Ordine e della
Camera Penale di Bari, in data 24 maggio 2018, nonché il contenuto della successiva delibera
dell’Unione delle Camere Penali Italiane in data 28 maggio 2018, con la quale si sono già
apprezzate e condivise tutte le argomentazioni prospettate dai penalisti baresi, ribadite nell’odierna
assemblea a cui ha partecipato l’UCPI, sia in ordine alla gravissima responsabilità del Ministero
della Giustizia nella causazione della situazione emergenziale in atto ed alla insostenibilità della
attuale condizione, nonché in ordine alla radicale inidoneità delle soluzioni prospettate;
DELIBERA
nel rispetto del codice di autoregolamentazione, l’astensione dalle udienze e da ogni attività
giudiziaria nel settore penale nei giorni 25, 26 e 27 giugno 2018, fissando in Bari per il giorno 26
giugno 2018 una manifestazione nazionale al fine di segnalare la gravità della situazione nella
quale versano gli uffici giudiziari baresi, di denunciarne le responsabilità politiche ed
amministrative, e di contrastare le iniziative del Governo contrarie agli interessi della giustizia e
dell’avvocatura, invitando le Camere Penali territoriali ad organizzare in tali giorni manifestazioni
ed eventi dedicati ai temi della riforma della giustizia penale, attivando altresì a livello nazionale
tutti gli strumenti comunicativi disponibili volti alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, dei
media e delle forze politiche sul merito della riforma prevista dal “contratto” di governo, e sulla
mancata programmazione di una seria politica di intervento edilizio di modernizzazione e di
potenziamento degli uffici giudiziari, ponendo in essere quanto necessario alla instaurazione della
interlocuzione con il Governo e con il Ministro della Giustizia volta al ripensamento delle attuali
ipotesi di riforma;
DISPONE
la trasmissione della presente delibera al Presidente della Repubblica, ai Presidenti della Camera e
del Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, ai Capi degli Uffici
giudiziari.
Roma-Bari, 11 giugno 2018
Il Segretario
Avv. Francesco Petrelli
Il Presidente
Avv. Beniamino Migliucci